Decameron Hacker

DECAMERON HACKER

 

#### buzzword affrontate ###

# smart working
# snumbers
# streaming
# DAD – didattica a distanza

 

come funziona?

Se ti piace quest’idea e vuoi partecipare adotta una buzzword e mandaci il testo

 

 

mettiamo un cappellino sulla parola “buzzword”

la Buzzword

Abbiamo deciso di parlare di buzzword, visto che diventa sempre piu’ chiaro che alcune parole in ambito tecnologico vengono utilizzate per impressionare, senza che ci sia una corrispondenza tra la parola e il reale.

Naturalmente la prima buzzword è la parola buzzword stessa.
Buzz e Word sono due parole e indicano letteralmente: una parola che ronza, che suscita emozioni. O anche una diceria. Una parola alla moda, d’effetto, ma anche una frase presa dal gergo tecnologico, usata per simulare familiarità con l’argomento e abusare della credulità di chi ascolta.

Chiamata Schalwort in tedesco, o frase Zumbona in ispanico, in italiano non abbiamo la fortuna di avere una sola parola e dobbiamo ricorrere a una perifrasi. O forse possiamo accettare l’aiuto che ci diedero Monicelli e Tognazzi, quando inventarono nel film: Amici miei con il termine “supercazzola”; da allora entrata nel gergo comune per indicare un giro di parole allo scopo di confondere le idee al proprio interlocutore.

Facciamo un esempio:
Qui in Italia la App per combattere l’epidemia di Covid-19 si chiama “Immuni”.
– Perché, rende immuni?
– No. È una App, non un vaccino.
– E allora perché si chiama Immuni?

Dell’uso del linguaggio per confondere e influenzare troviamo traccia nei classici: Don Abbondio ricorre al latino per fregare Renzi e non dirgli che non intende sposarlo con Lucia perché così ordinatogli dal potente Don Rodrigo. Renzi ragionerà con semplicità che quell’uso del “latinorum” non lo convince per nulla.
I tempi sono cambiati e l’inglese ha preso il posto del latino come lingua comune della comunità dei dotti, oggi gli anglicismi sono molto usati per confondere, influenzare o semplicemente darsi delle arie.

Chiunque sano di mente si sarà domandato perché una riunione aziendale venga chiamata briefing. In politica come in azienda la buzzword viene usata per privilegiare la retorica sulla realtà.

È infatti nell’uso degli anglicismi che troviamo alcune parole molto influenti; una su tutte la parola: “smart”.  Nell’accezione odierna Smart significa intelligente, furbo o moderno. Definirsi smart è però un modo per far apparire stupidi gli altri. Se qualcosa si chiama smart (intelligente) significa che chi non la capisce o non la usa è dumb (stupido). Smart (acronimo di Self-Monitoring, Analysis and Reporting Technology o anche di: Surveillance Marketed As Revolutionary Technology), in realtà indica: “un dispositivo che raccoglie i dati del suo utilizzatore”. Spesso a sua insaputa. Vedi smartphone o smartcity o smartworking.

Pensiamo che la supercazzola non stia nella parola, ma nell’uso che ne viene fatto e da chi, dal contesto e soprattutto dalla relazione di potere. Non è oggetto di questi scritti una parola inventata come codice comune in un gruppo, ci interessano invece le parole usate dal potere per influenzare le persone, che in questo caso hanno solo una valenza negativa, perché servono a manipolare e controllare.

Siamo hacker e parte della nostra attitudine corrisponde nell’esercitare il
senso critico e dunque mettere in discussione l’autorità, che in questo caso è l’ambiente tecnologico che ci circonda, e che ci viene proposto tramite l’uso di buzzword.

Abbiamo dunque deciso di individuare alcune buzzword e di decostruirle, strato dopo strato, per mostrare in che modo durante la pandemia e le emergenze, i sistemi di potere agiscono e si riproducono attraverso il linguaggio e la tecnologia.

# smart working

come ci si deve reinventare a lavorare in casa?
un pensiero su come il capitalismo ne approfitta in situazione di pandemia e scopre che potenzialmente si puo’ non pagare l’affitto e mandare tutti a casa, di come tolgono le ferie poichè si lavora da casa. 1.5 giorni di ferie al mese. Troppi. Lavoro e sfiducia. La necessita’di controllare le persone. ma sono a casa e non si puo’ controllare se sono davanti ad uno schermo o no. La burocrazia del segnarsi le ore di lavoro e di scrivere cosa si e’ fatto da che ora a che ora.

una storia di come si vinca la reperibilità totale assieme alle cuffiette.
Di come avvenga una riorganizzazione delle scrivanie e degli affetti.

 

# corpi online

proiezione del nostro corpo e della nostra socialita’ online.
come e perche’ non c’e’ piaciuto, non ci piace, non ci piacerà.

 

# snumbers

storie di big data e numeri interpretati male.
storie di come ti rigiro i numeri per farti credere tutto e il contrario di tutto.
Storie di statistiche che falliscono ma che graficano da paura
malagestione e interpretazione dei dati in pandemia statistiche

Per un errore informatico, alcuni assistiti della Regione Lombardia hanno ricevuto un SMS con il testo seguente: “Gentile Sig/Sig.ra lei risulta contatto di caso di Coronavirus”.

 

# dati e potere

chi decide e chi ha il potere davvero in una guerra di dati?
sai che anche se uno stato decide di usare un app con certi protocolli, poi ha bisogno che Apple e Google aggiornino i telefoni di tutto il mondo con le nuove API? Storie di piattaforme di educazione statali digitali che non sono mai esistite o non hanno mai funzionato e quindi ora ci pieghiamo a multinazionali e quando non cediamo al piegamento poi comunque ci ripieghiamo su google o microsoft.

 

# streaming // #ondemand // #gratis // #premium // #unlimited

di come ci opponiamo e vogliamo resistere ad una logica costante streaming dei contenuti. Crediamo in un alternativa che sia anche ecologica, crediamo che sia piu’ importante l’autonomia della comodità
crediamo di poter resistere a piattaforme ondemand che pensano e scelgono per noi come: youtube, netflix o spotify
Di come ci piacerebbe diventare pirati invece che clienti

# DAD – didattica a distanza

La didattica, nell’impossibilità di utilizzare piattaforme pubbliche.
La scuola, nel vuoto del pensiero e delle risorse strategiche.
Quella che era già una tendenza problematica, rischia ora di diventare la norma perché “siamo in emergenza”.

 

# la App Neuroni

Con la Fase 2 sarà fondamentale usare la App: "Neuroni".
Sviluppata da madre natura , Neuroni è una App gratuita che sfrutta la tecnologia Sinapsi.
Si tratta di una tecnologia per nulla invasiva della privacy e che rende l'App comunque utile anche quando il 60% della popolazione non ne fa uso.
La App Immuni ci dice se il tizio che era con noi in ascensore vi ha infettato.
La App Neuroni ci dice che per fare due piani possiamo prendere le scale.
Il grande vantaggio della App Neuroni è che è già installata in ogni scatola cranica e non richiede uno smartphone.
Neuroni è di facile utilizzo anche se per tenerla operativa è necessario aggiornarla costantemente:
leggere è il metodo più efficace. ma anche fare la settimana enigmistica, o il sudoku.